Riv. Storia dello Stabilimento di Villar Perosa

Riv. Storia dello Stabilimento di Villar Perosa

di G. Vittorio Avondo, Valter Bruno, Lorenzo Tibaldo

Alzani Editore, 1999

In questo pregevole libro “Riv. Storia dello Stabilimento di Villar Perosa”, la vita e la storia di quella che è stata, ed è ancora, la più grande e importante fabbrica della nostra valle si snoda attraverso 270 pagine, arricchite da suggestive fotografie e da una miriade di note, che catturano subito l’attenzione per il modo con cui gli Autori, tutti e tre Insegnanti, le hanno curate.

Credo proprio di non sbagliare se ascrivo alla loro scrupolosa formazione professionale il merito per l’immenso lavoro svolto di ricerca e di documentazione, al fine di rendere più completa e significativa la loro opera. Le fotografie, infatti, sono in gran parte inedite, o provenienti da raccolte private, e fanno da validissimo supporto didattico a tutta la narrazione, come quelle – solo per citarne alcune – dei libretti di lavoro, delle buste-paga, dei volantini di propaganda… alle pagg. 132, 144, 145.

Stessa cosa accade per le molteplici annotazioni che collegano, ampliano, integrano o comprovano i vari capitoli – sei per la precisione – rivelandosi spesso altrettanto interessanti ed impegnative.

Forse perché sono stata insegnante anch’io, ho scorto nello stile narrativo, intenso e rigoroso, di ciascun Autore quel modo tipico di esprimersi che, a voce o per iscritto, ogni docente ha, e cioè: “spiegando”, con parole chiare, veritiere, facili da interiorizzare e, soprattutto, stimolanti alla discussione e all’approfondimento.

E senz’altro questa storia della Riv condurrà molti lettori a valutarne, ed approfondirne, la presenza e l’incidenza sul territorio, a partire dagli albori del secolo, quando fu fondata, fino ai giorni nostri.

Presenza ovviamente voluta, creata ed inscindibile dalla famiglia degli Agnelli, i quali hanno sempre mantenuto un legame stretto e forte con le loro officine, il loro paese e il loro Comune. Legame che Avondo, Bruno e Tibaldo hanno ben evidenziato, chiamandolo col nome più giusto: “linfa”, che sarà sicuramente condiviso da tutti coloro che, villaresi come me, hanno visto la loro vita intrecciarsi con quella degli Agnelli e della Riv.

Penso a mia nonna, che il senatore Giovanni aiutò e seguì di persona, quando rimase vedova a soli 32 anni con quattro figlie piccole; ai miei genitori, entrambi operai Riv negli anni della guerra e della ricostruzione; alla mia infanzia con i primi film d’animazione al Cinema Riv, quando a Natale l’ing. Bertolone o Donna Marella o l’Avvocato ci distribuivano i pacchi-dono; alle Colonie di Pra Martino e Tirrenia; alle borse di studio ricevute, perché figlia di dipendenti… e a tanti altri momenti.

E mi convinco una volta di più che tutti e tre gli Autori vanno elogiati anche per questo: hanno saputo recepire, e fatto filtrare, fin dalle prime pagine ove compaiono l’Introduzione di Vittorio Morero e la loro risposta, che i nativi di Villar Perosa difficilmente riusciranno ad attribuire alla filantropia degli Agnelli un significato riduttivo, o ancor peggio negativo, perché – pur essendo finalizzata ad un profitto economico – essa era anche dettata da quel sentimento che tutti noi ci portiamo dentro, ricchi o poveri che siamo: l’affezione per la nostra terra, la nostra casa, le nostre “radici”.

Maria Dovio Baret

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