La Balmo d'Arman

La Balmo d'Arman

di Maria Luisa Gariglio Genre

La Balmo d'Arman è la trasposizione in racconto dell'esperienza di "una di città" che ha la ventura di vivere con il matrimonio nella valle dei "Barbet", osservando con un certo rapimento la vita quale scorre fra montanari che l'accolgono e le insegnano cose mai viste nè sentite prima. L'Autrice prende a seguire passo passo la vita di una donna che, nata alla fine del secolo scorso, attraversa insieme agli alti e bassi della sua vita la prima e la seconda guerra mondiale.

Il romanzo, solo a prima lettura semplice, è in realtà uno spaccato complesso e drammatico di vicende: l'emigrazione in Francia di una giovinetta, lo stupro (quanto da dire sull'argomento come fenomeno di valle!), il duro lavoro dei montanari, l'attrazione fisica per un uomo sposato, il matrimonio misto, i figli cresciuti nella religione del marito, la tragedia (suicidio o omicidio?), il rapporto distaccato dei figli una volta adulti.

Un libro avvincente, ricco anche dal punto di vista contenutistico: vengono "raccontate" con grazia innata nascite, festività, usi alimentari, lavori in montagna, l'alpeggio ...

Siamo grati all'autrice per aver punteggiato qua e là il suo racconto con alcune struggenti frasi nel patouà di valle a cui potè attingere per tanti anni grazie a suo marito, il compianto professor Arturo Genre. Una sola, purtroppo, illustrazione, ma bellissima: la copertina disegnata dal figlio, Andrea Genre.

Franco Calvetti

Con "La Balmo d'Arman" l'autrice riesce a dare un prezioso tassello al complesso e affascinante mosaico della cultura montanara e ancor più propriamente della cultura valdese. Con questo romanzo, dall'inconfondibile impronta femminile, la scrittrice con una rara sensibilità per i sentimenti umani, riesce a portarci in un piccolo mondo antico, che appartiene ad un passato non troppo remoto. Lo stile spigliato e accattivante del libro cattura il lettore, suscitando vere emozioni. Signora Maria Luisa, personalmente voglio rivolgerLe i miei complimenti; Lei, con il suo "piccolo capolavoro", ha fatto rivivere la montagna, assopita nei nostri ricordi.

Lina Dolce

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